Prima di andare ad elencarvi i nostri consigli è necessario avere ben chiaro cosa s’intende quando si parla di nomadismo apistico, delle modalità con cui esso viene svolto e dei benefici che reca all’apiario.
Cos’è il nomadismo apistico?
Il nomadismo apistico è una pratica che si sta diffondendo sempre di più tra gli apicoltori e che a differenza della tradizionale apicoltura stanziale consiste nello spostamento delle arnie in diverse località, a seconda dell’ andamento stagionale e delle diverse fioriture di piante e fiori del territorio. Il vantaggio dell’essere un apicoltore nomade è che lo spostamento delle api da un posto all’altro permette di produrre molteplici tipologie di miele: da quello d’acacia, al millefiori, al miele di flora alpina fino ad arrivare al miele di rododendro; un’opportunità che l’apicoltura stanziale invece non è in grado d’offrire.
3 semplici consigli per un nomadismo di successo
Essendo una pratica estremamente delicata, il nomadismo apistico ha bisogno di essere svolto in maniera corretta per non compromettere la salute e il benessere delle colonie.
Ecco qui 3 semplici consigli che vi aiuteranno a prendervi cura delle vostre api e a migliorare la produzione di miele.
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Trasporto e dislocazione delle arnie
Nel momento in cui si decide di effettuare la transumanza delle api e spostarle dunque in un luogo diverso, bisogna innanzitutto assicurarsi di trasportarle su un rimorchio apposito e di utilizzare i melari per proteggere le arnie da possibili sballottamenti o colpi bruschi, che altrimenti provocherebbero dei danni durante il percorso.
Inoltre, è consigliabile creare un ambiente ventilato ed eseguire il trasporto nella tarda notte, quando le temperature sono più basse e le api non sono operative. Se cercate una soluzione per abbattere i costi vi consigliamo di dislocare le arnie in diverse località sulla stessa tratta stradale. In questa maniera risparmierete sicuramente per quanto riguarda tempi e spese di trasporto.
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Scelta delle famiglie
Prima di partire bisogna ovviamente scegliere quali api trasportare. É sempre meglio portare con sé le famiglie più forti perché rispetto ai nuclei considerati più deboli assicurano una produzione e una resistenza allo stress maggiore, soprattutto per le api regina che quando ci si occupa di apicoltura nomade bisogna rinnovare ogni anno o al massimo due, a causa dei ritmi di deposizione molto sostenuti. Inoltre, non dimenticatevi che la produzione diminuisce in termini di quantità con l’aumento di quota.
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Conoscenza del territorio
Un altro elemento fondamentale quando ci si occupa di api e nomadismo è avere una conoscenza molto approfondita del territorio dove s’intende praticarlo, individuare la posizione ottimale ed essere sempre aggiornati sulle normative e i regolamenti della Polizia Veterinaria nelle diverse regioni italiane.
Grazie a questi tre semplici consigli, utili e di facile applicazione sarai in grado di occuparti al meglio delle tue api, di svolgere correttamente la tua attività di apicoltore nomade ed essere a un passo dallo sviluppare un’apicoltura di successo.